La Sarda, il pesce azzurro per eccellenza, ricco di vitamine, sali minerali e tanto Omega 3. In tempi non troppo lontani, era un alimento base del popolo siciliano.
Vista la sua generosa presenza nel mar Nostrum e l’ampio uso nella cucina popolare, divenne attore protagonista di un inganno culinario. Si narra che in passato, le domestiche delle cucine nobili siciliane, desiderose di assaporare il famoso piatto di Beccafichi, uccelli cacciati dai nobili, farciti con le stesse frattaglie e presentati a tavola con la coda all’insù.
Liberarono il loro estro culinario e diedero vita a le Sarde a Beccafico, sostituendo il “nobile uccellino” con il “povero pesce”, e le perle viscerali con un miscuglio non ben definito, fatto di pan grattato, uva sultanina, pinoli, olio extravergine d’oliva e poco altro.
Un piatto ultrapovero tipico della gastronomia siciliana, ma che è stato ufficialmente riconosciuto e inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf).
Le ricette di wikipedia.it
La preparazione del piatto prevede due momenti distinti, in uno si preparano le sarde eviscerandole togliendo la lisca e la testa, nell’altro si provvede a preparare la farcia. Infine le sarde prima di essere infornate si arrotolano sulla farcia e si fermano con uno stuzzicadenti.
Esistono ovviamente diverse varianti che si differenziano prevalentemente per le modalità di cottura, al forno o impanate e fritte.
Sarde a beccafico alla palermitana
Le sarde vengono squamate, eviscerate, private della lisca centrale e della testa, lavate ed asciugate. Si prepara anche la farcia facendo indorare il pan grattato e aggiungendo l’aglio e il prezzemolo tritato, i pinoli, l’uva sultanina e un cucchiaio di zucchero, poi sale, pepe e mezzo bicchiere di olio d’oliva. Quando il composto risulta amalgamato se ne distribuisce una piccola quantità su ciascuna sarda ben distesa che infine vi viene arrotolata intorno. Le sarde così preparate sono infornate unte con un intingolo a base d’olio, succo di limone, sale, pepe e alternate da foglie d’alloro. Vengono cotte per 15 minuti e si servono fredde.
Sarde a beccafico alla messinese
Diversamente dalla prima variente, nel messinese il ripieno contiene mollica ed anche capperi, mentre la cottura avviene mediante frittura. Il piatto finale presenta infatti una panatura dorata.
Sarde a beccafico alla catanese
A differenza di quelle palermitane si aggiunge nella farcia il caciocavallo, inoltre – anziché arrotolarle sulla farcia – le sarde sono disposte una sopra l’altra, a due a due, impanate e fritte.
Spiedini di Sarde a beccafico
Una quarta versione prevede che le sarde farcite (anche col caciocavallo) e arrotolate vengano infilzate su uno spiedino alternando, una sarda e una foglia di alloroed uno spicchio di cipolla. Gli spiedini così ottenuti vengono cotti in forno.
Fonti:
castelvetranonews.it
ricettedisicilia.net
wikipedia.org
Foto :
Blog giallo zafferano