Il nome comune “melo-grano” affonda le radici nel latino antico “malum” e “granatum”, termini che in italiano rimandano rispettivamente alle parole “mela” e “con semi”. La traduzione letterale “mela con semi” esprime appieno le caratteristiche strutturali del melograno, anche se non si può certo dire che somigli profondamente ad un pomo.
Il Melograno è una pianta arborea della Famiglia Punicacee, Genere Punica e specie granatum; nel linguaggio comune, melograno viene usato anche come sinonimo di melagrana, ovvero il frutto da essa prodotto. Il frutto di melograno appartiene al VI e VII gruppo fondamentale degli alimenti – cibi ricchi di vitamina A, cibi ricchi di vitamina C. È anche ricco d’acqua, fibre, fruttosio, sali minerali e antiossidanti non vitaminici – ad esempio di natura fenolica. Le melagrane si mangiano prevalentemente crude. Essendo impegnative da sbucciare, molti preferiscono berne il liquido estratto dalla polpa, fresco o conservato, che prende il nome di succo di melograno o spremuta di melograno. Il liquido può essere anche utilizzato per ricette più elaborate, o addirittura per produrre bevande alcoliche.
Le sostanze che contiene hanno diversi benefici sull’organismo; infatti, il melograno ha proprietà:
● vermifughe e antielmintiche, contro i parassiti intestinali;
● antidiarroiche;
● antitrombotiche, antiallergiche, vasoprotettrici e gastroprotettrici;
● antiossidanti;
● anticoagulanti.
Di conseguenza, la melagrana si rivela un utile alleato nella prevenzione dell’aterosclerosi, malattie cardiovascolari, Alzheimer ma anche un frutto “anti-invecchiamento cutaneo” per il ruolo dell’acido ellagico nell’impedire la degradazione del collagene.
Fonti: humanitas.it ; pixabay.com