“Adopt a Tree” è l’iniziativa lanciata da Settimo Minnella. Lentinese d’adozione imprenditore turistico e agricolo i cui terreni ricadono nel perimetro del parco archeologico.
L’obiettivo è proprio quello di salvaguardare l’agricoltura biologica contro la coltura estensiva
«E figli so piezz e core» cantava il grande Mario Merola. Per gli agricoltori lo sono, spesso, anche gli alberi da frutto dei propri giardini. Figli da crescere e da curare amorevolmente e indistintamente, anche quando l’età incalza. Anche quando gli anni ne dovessero ridurre sensibilmente il rendimento. “Adottare” gli alberi di agrumi “anziani” per salvarli dall’abbattimento è l’iniziativa lanciata da Settimo Minnella. Catanese ma ormai lentinese d’adozione, imprenditore turistico e agricolo i cui terreni ricadono in gran parte all’in – terno del perimetro del parco archeologico di Leontinoi, Minnella è anche il presidente dell’associazione culturale “Avanti Tutta Sicilia” che nelle scorse settimane, con una iniziativa “riparatrice” denominata “Leontinoi Restitutor Orbis”, ha promosso una raccolta fondi per l’acquisto e la do[1]nazione al museo archeologico di Lentini che ne era inspiegabilmente sprovvisto – del tetradramma d’argento della zecca dell’antica colonia calcidese fondata nel 729 avanti Cri[1]sto. Si chiama “Adopt a Tree” l’iniziativa che prevede l’adozione di un albero di agrumi dell’azienda agricola Tenuta l’ultimo re per salvaguardarlo dall’abbattimento per anzianità. Alberi ancora più pregiati e dunque da proteggere perché ricadenti nell’ampia area del parco archeologico di Leontinoi, dove peraltro nelle scorse settimane sono state fatte nuove e importanti scoperte dal team di ricerca dell’università “Tor Vergata” di Roma. «Nella nostra azienda – spiega Settimo Minnella – sosteniamo un tipo di agricoltura estensiva e slow, coltivando agrumeti di oltre 80 anni che, trattati in modo biologico e rispettoso dell’ecosistema, danno ancora frutti buonissimi e genuini. Per la loro anzianità, questi alberi producono un minore numero di frutti, circa cinquanta chilogrammi ad albero, contro gli oltre cento chilogrammi dei nuovi impianti, ma nei quali gusto e genuinità sono nettamente superiori. Il nostro obiettivo è proprio quello di salvaguardare l’agricoltura biologica contro la coltura estensiva che, forzata da fertilizzanti violenti e tecniche invasive, snaturano l’albero e i suoi frutti. Generando sì più produzione, ma spesso di scarsa qualità e salubrità». Ma come funziona “Adopt a Tree”? Attraverso piattaforme fisiche oppure online è possibile appunto adottare un albero di agrumi – la scelta è tra arance novellino, tarocco, calabresi, ovale bionda tardiva, mandarino fiorone o marzaiolo – che riceverà il nome del suo proprietario o della persona a cui è destinato. Con l’adozione si riceveranno a casa il “certificato di adozione”, gli adesivi “Adopt a Tree” e una certa quantità di agrumi della pianta in base alla stagionalità. SILVIO BRECI
Fonti: scritto da SILVIO BRECI – La Sicilia – Siracusa Provincia – tenutaultimore.it
Foto: pxabay