Museo Civico al Castello Ursino: le origini
Il Museo Civico al Castello Ursino affonda le sue origini nel 1934, su progetto iniziale di Guido Libertini, allora soprintendente alle Antichità di Catania. In seguito alla chiusura del Museo Biscari e al sequestro della Collezione dei Benedettini, si palesò la necessità di istituire un Museo Civico della città. Il Castello Ursino si prestava bene alla funzione di ospitare la Collezione dei Benedettini. A questa si aggiunsero i beni acquistati dagli eredi del Principe di Biscari, la collezione Zappalà Asmundo e varie donazioni private. Agli albori, il Museo possedeva già collezioni importanti che spaziavano dall’area archeologica a quella medievale, da quella rinascimentale all’epoca moderna. Nonostante ciò, il Museo necessitava ingenti fondi per la ristrutturazione e rimase chiuso per molto tempo.
Il primo piano del museo fu riaperto nel 1999 e ospita sculture di epoca ellenistica e romana, frammenti decorativi del Teatro, mosaici pavimentali, una collezione numismatica comprendente monete greche e romane e una collezione di crateri greci. L’ala del Castello Ursino dedicata all’allestimento della pinacoteca fu riaperta nel 1995. Tra le opere esposte, bisogna menzionare una piccola raccolta di tavolette bizantine, San Cristoforo di Pietro Novelli, Natività di Geraci, Madonna in trono con il Bambino di Antonello de Saliba, Cristo deriso e Morte di Catone del fiammingo Matthias Stomer, l’Ultima cena di Luis de Morales.
Le Sale Museali del Museo Civico al Castello Ursino
Le sale museali si sviluppano su tre piani: piano terra, primo piano e secondo piano.
Piano Terra
Al piano terra si trova il Salone d’Armi, che ospita la grande collezione d’armi del museo, una chiave di volta medievale, un cannone seicentesco, un mosaico romano raffigurante i mesi e diverse epigrafi, tra cui una risalente al 1492 che proclamava la cacciata degli ebrei da Catania. Il piano terra dà accesso anche a due torri: la Torre delle Bandiere e Torre del Sale. Sempre al piano terra si trova il Salone delle scuderie e la Sala di San Giorgio. Quest’ultima conserva circa 2000 bronzetti figurati di età arcaica, sicelioti, magno-greci, etrusco-italici ed ellenistici; il rilievo marmoreo di Demetra e Core e molti vasi greci, tra cui un esempio rilevante di ceramica a figure rosse, il Cratere con Perseo e Medusa, proveniente dagli scavi di Camarina.
Primo piano
Il primo piano ospita diverse sale, dove si possono ammirare testimonianze di diverse epoche; nella prima si trovano opere risalenti all’epoca bizantina e medievale. Il Salone dei Parlamenti ospita opere del Seicento e del Settecento, con capolavori di Matthias Stomer e Pietro Novelli. All’interno del Salone dei Parlamenti è esposta l’unica copia esistente della preziosa pala d’altare “Natività“ di Caravaggio, rubata dalla mafia a Palermo e non più ritrovata. La terza sala del primo piano conserva opere settecentesche, tra cui alcuni bozzetti: “Incoronazione di Sant’Agata“, “Morte di San Giuseppe” e “San Francesco Caracciolo” di Marcello Leopardi e “Martirio di Sant’Agata“ di Mariano Rossi. All’interno della Sala Michele Rapisardi, pittore romantico, si possono ammirare molte sue opere, ad esempio il suo capolavoro I Vespri Siciliani e la Testa di Ofelia Pazza. Altre opere importanti all’interno della sala sono la tela Sunt Lacrima Rerum di Natale Attanasio e Provenzan Salvani nella piazza del Campo di Bernardo Celentano.
Secondo piano
Dalla sala dedicata al Rapisardi si accede ad uno spazio al secondo piano superiore. In questa sala, si possono ammirare ritratti ottocenteschi di pittori; in delle vetrine sono esposti dei vasi cinesi del XVIII sec., ceramiche di Caltagirone e dei bronzi raffiguranti Venere e Vulcano (XVII sec.) e Perseo (XVII sec.). Infine, sempre al secondo piano si trova un Open Space, dedicato a mostre ed esposizioni. Nella sala attigua è esposta parte della collezione numismatica e il Fondo Sebastiano Ittar.