Intervista a cura di Paolo Miano
Degni eredi della scena alternativa catanese di tempi ormai lontani, i Clustersun, dopo essersi fatti notare con il loro promettente esordio del 2014 Out of your ego, che li ha proiettati nella scena internazionale grazie ad un fruttuoso tour negli Stati Uniti, sono giunti nel 2017 alla piena maturazione artistica con il loro secondo album Surfacing To Breathe, registrato allo Studio12 di Catania, mixato a Roma, con mastering effettuato a Chicago.
Il quartetto capitanato da Marco Chisari stratifica come in una stampa in quadricromia decenni di linea evolutiva rock alternativa britannica: la psichedelia e lo space-rock degli anni ‘60-’70, il post-punk più plumbeo degli ‘80 e lo shoegaze dei ‘90, con una fragorosa preponderanza di quest’ultimo genere.
E così se ad esempio il singolo di lancio RawNerve ne rappresenta una fotografia perfettamente calibrata, Antagonize Me incorpora il chitarrismo rumoristico dell’americano Glenn Branca (Band of Susans). The WhirlingDervish porta invece nel testo citazioni da Ummagumma dei Pink Floyd, i quali diventano evidente riferimento musicale per il successivo strumentale Don’tlet the weight of your soul drag you down; EmotionalPainkiller infine porta il marchio cupo di band come Killing Jokee RedLorry Yellow Lorry.
Li intervistiamo in occasione dell’uscita del secondo singolo estratto dall’album, Lonely Moon, un perfetto brano shoegaze/dreampop dal testo intimista e contemplativo, musicalmente a metà fra Swervedriver e My Bloody Valentine, commentato da un suggestivo videorealizzato dal videomaker francese PsycheCoaster.
Cosa significa suonare shoegaze nel 2017?
Per noi significa preservare un approccio di ricerca e sperimentazione sul suono e sulla musica che, prendendo spunto dal linguaggio e dai canoni espressivi maturati nel periodo d’oro del genere, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, porti però a far progredire, attualizzare ed innovare questo “linguaggio”, anche ibridandolo con altri influenze. Percepiamo lo shoegaze come un territorio musicale che offre la più ampia libertà creativa, un vero parco giochi dove il limite è solo l’immaginazione del musicista.
In una scena alternative catanese ormai autoreferenziale e lontana dai fasti degli anni ‘90, cosa ha significato per voi la possibilità di confrontarvi con la scena internazionale e con che risultati?
Un boccata di aria fresca, sicuramente. Il confronto con la scena e le band internazionali ci ha offerto stimoli enormi e ha fatto maturare in noi la consapevolezza di poter dire qualcosa di significativo, in un contesto dove la qualità e l’ampiezza della proposta sono di livello davvero alto. Il nostro tour negli Stati Uniti del 2015 èstato un’esperienza fondamentale, in tal senso: risultare credibili a casa di chi questa musica la suona, ascolta e respira per impostazione culturale, ha rappresentato per noi una delle soddisfazioni più grandi. Un toccasana, quando poi la realtà più vicina a te (non solo catanese, ma in realtà proprio nazionale) finisce per rivelarsi spesso decisamente asfittica.
Il protagonista del vostro video sembra buttarsi giù da un palazzo fatiscente per porre fine alla sua vita ma invece viene proiettato in una realtà rifiorita. Un messaggio sulla possibilità di poter trasformare le difficoltà in un’occasione di rinascita?
Sì, il video montato dal videomaker francese PsycheCoaster traduce in immagini potentissime proprio questo senso positivo: anche alla fine della più rovinosa fra le cadute, c’è sempre modo di trasformare le ferite, le cicatrici, in forza ed energia per risollevarci e costruire un domani migliore. Ci piace molto anche che questo messaggio ottimista faccia il paio con un testo che invece è oscuro nel descrivere lo strazio per la lacerazione di un amore.
Come nasce la vostra collaborazione con questo videomaker francese?
In maniera meravigliosamente estemporanea. PsycheCoaster ci ha contattato per inserire Lonely Moon in una playlist da lui curata per The Psychedelic Underground Generation/The P.U.G., attivissima comunità franco-belga dedita alla diffusione e condivisione di sonorità neo-psych, shoegaze, garage, wave, post-punk ed electro (la compilation si può ascoltare e scaricare qui: http://thepugrock.blogspot.it/2017/08/psyche-coaster-selection.html). Il brano gli è talmente piaciuto che, dopo qualche tempo, PsycheCoaster ha deciso di realizzare questo splendido montaggio e farcene dono.
La domanda finale è di rito: quale sarà la prossima mossa dei Clustersun?
Oltre alla promozione del singolo e del video di “Lonely Moon” stiamo per definire nuove date per il tour supporto del nostro album “Surfacing To Breathe”: nei primi mesi del 2018 suoneremo in Italia ed Europa Centro/Orientale, mentre in estate stiamo per organizzare il nostro ritorno negli Stati Uniti. Seguiteci sulle nostre pagine social per tutti gli aggiornamenti!
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