Nata nella “siculissima” Catania nel maggio 1969, Debora Pluchino, ingegnere, dopo aver per tutta la vita messo in secondo piano il suo desiderio per le arti figurative, decide dopo l’incontro col pittore Enzo Rovella di riaprire nella sua vita, lo spazio ed il tempo per il colore, le tecniche ed i materiali. Come un vulcano sopito che attendeva solo di risvegliarsi inizia a dipingere senza sosta. L’originaria passione per il disegno e la natura umana la ispirano nella combinazione di fondi astratti e corpi catturati da sculture o da immagini fotografiche. Ciò che ne deriva è un indissolubile sposalizio tra disegno e pittura in un’atmosfera onirica ed evocativa che caratterizza tutta la sua produzione. L’uso di materiali e tecniche diverse le consentono di progredire nella sua evoluzione artistica, si passa dal legno alla carta passando per le tele, utilizzando a volte gli acrilici o gli oli e in altre gli spray o più tecniche combinate insieme. Le opere prodotte a partire dal 2015 sono state esposte in occasione di svariati eventi, fra questi ricordiamo: Cicloquattro (GammazetaRecycling Workshop), Energy Feeling (mostra collettiva d’arte contemporanea), HerborariumMuseum Catania (mostra personale), Convitto Cutelli di Catania (collettiva in occasione della “Giornata Fai”), Officina GammaZ (collettiva “Tutti pazzi per San Calogero”), Atelier Barnaut (collettiva d’arte), Hotel Santa Caterina Acireale (esposizione temporanea), Galleria Arte al Centro (collettiva d’arte contemporanea “Materia”), Bistro/Atelier Rix e Zabbara di Catania (esposizione temporanea), ConceptStoreHomì Catania (“Eclettica-me-nte”, personale di pittura).Attualmente vive e lavora a Catania. Ci incontriamo in occasione della sua personale presso HomìConceptStore (Catania):
– Ciao Debora, si dice che nella vita si cambia quando si è realmente pronti al cambiamento. Una laurea in ingegneria e tanti anni ad ammirare l’arte altrui ma senza mai dipingere. Ci vuoi raccontare qualcosa del tuo incontro con Rovella e come è iniziato tutto?
Ho incontrato Enzo Rovella in occasione di alcune mostre presso la galleria Carta Bianca del fratello Francesco. E proprio quest’ultimo, raccogliendo la mia più volte espressa passione per l’arte, mi ha suggerito di frequentare un corso di pittura che in quel periodo aveva avviato Enzo. Dapprima in gruppo e poi singolarmente Rovella mi ha introdotto al mondo del colore e delle diverse tecniche per sfruttarne al meglio caratteristiche e potenzialità. È stata un’immersione in splendide acque dalle quali non sono più voluta uscire. Ringrazio ancora Enzo per avermi trasmesso tanto del suo sapere, ma gli sono grata soprattutto per avermi permesso sempre di esprimermi liberamente, anche durante le sue lezioni, e per avermi stimolata e guidata alla scoperta ed all’approfondimento incessante di me stessa nell’ambito della pittura.
– Soggetti e sfondi: la chiave della tua opera nasce dall’abilità che possiedi nell’accostare sinergicamente questi due elementi. Cosa nasce prima: l’idea, lo sfondo o il soggetto nella tua opera?
Normalmente nasce prima l’idea, che il più delle volte prende spunto da un’immagine che mi colpisce. Spesso si tratta di un dettaglio, di uno sguardo o di una postura; tutti elementi che concorrono ad esprimere una sensazione: la mia sensazione.Mi è capitato talvolta però di partire da un’idea ben precisa, ma dopo aver preparato lo sfondo, avere tutta un’altra visione di ciò che dovrà essere il lavoro finale; in quel caso cambio repentinamente direzione. In questo senso non ho regola, ma sono imprescindibilmente mossa dallo stato d’animo del momento.
– L’ingegneria è un mondo intriso di regole e matematica. Come si concilia il tuo lavoro con qualcosa da realizzare senza alcuno scopo pratico ma solo per appagare una ispirazione creativa?
Credo che, sia l’ingegneria, sia la matematica, abbiano entrambe bisogno di un incipit creativo, un’idea, un guizzo che poi però va ricondotto alla praticità ed alla regola, necessaria perché il tutto funzioni. Penso di essere così anch’io: un animo creativo e sognatore regolato da una mente estremamente razionale. La regola fornisce la giusta stabilità e concretezza e la sua occasionale eccezione permette di focalizzare maggiormente ciò che la regola stessa esprime, esaltandone pregi e limiti. Certamente l’istinto creativo riversato sulla tela risente molto meno della necessità di regole, fondamentali in un progetto, ma in fin dei conti credo che una inconscia razionalità sia uno dei cardini del mio dipingere, nel dare ordine e priorità agli sfondi ed alle immagini, affinché il risultato finale possa esprimere il mio pensiero.
– Da artista emergente nata nella “siculissima” Catania, come vivi l’impatto col pubblico della tua terra e l’incontro con altri artisti durante le collettive?
L’impatto con il pubblico è per me sempre motivo di verifica e di scambio. Mi piace ascoltare la chiave di lettura degli altri e finora il confronto è stato molto gradevole e gratificante. Anche in occasione dell’ultimo evento “Eclettica-me-nte”, che ha visto una copiosa partecipazione, ho avuto piacevole riscontro da parte di tutti gli intervenuti. Degli altri artisti, molti con più esperienza, non posso che dir bene. Almeno quelli incontrati finora, con alcuni dei quali è nata anche una bella amicizia, sono stati stimolanti, disponibili e perché no di reale ispirazione. C’è voglia di fare.
– E i tuoi progetti futuri?
È un mio desiderio ed intenzione organizzare un’esposizione all’estero. Sono molto curiosa di testare l’impatto delle mie opere con altre mentalità e culture.
Grazie Debora, aspettiamo quindi un invito per la tua prossima personale fuori dal territorio italiano, magari a Berlino o Amsterdam! Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e ti auguriamo il meglio, sia per la tua carriera artistica, sia per quella lavorativa.
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