Francesca La Mantia, autrice del libro “Una divisa per Nino” di cui abbiamo parlato nella recente intervista, è diventata promotrice e protagonista di un’iniziativa che coinvolge le scuole italiane.
L’autrice si impegna a diffondere valori di libertà, antifascismo e democrazia nelle scuole tramite il suo libro. Ha incontrato molte classi di tutta l’Italia, dalle elementari alle superiori, realizzando un’iniziativa che si configura nel Lunedì della Lettura Democratica. Ogni lunedì, infatti, in modalità didattica a distanza, Francesca La Mantia incontra gli studenti della classe che legge il libro “Una divisa per Nino” per un’ora per introdurre e spiegare la scrittura e il periodo storico in generale; in questo modo, riesce a trasmettere ai giovani i concetti di cittadinanza attiva, democrazia e libertà. Il lunedì successivo si confronta nuovamente con gli studenti per rispondere alle loro domande e curiosità. Alla lodevole iniziativa hanno aderito tantissime scuole italiane di ogni ordine e grado.
Tra gli scopi di Francesca La Mantia, bisogna menzionare la volontà di trasformare il limite in una possibilità, una nuova opportunità per gli studenti. Infatti, se da un lato la didattica a distanza può divenire un ostacolo per l’apprendimento, dall’altro lato un’iniziativa come questa permette – per la prima volta in Italia – alla scrittrice di entrare nelle scuole e conseguentemente nelle case degli studenti. L’autrice paragona il virus al fascismo, dato che entrambi tolgono la libertà. Tra l’autore del libro che si legge a scuola e l’alunno – nelle forme convenzionali di didattica – non intercorre quasi mai un vero rapporto umano. Il Lunedì della Lettura Democratica, invece, permette all’autrice di trattare le tematiche del suo libro e trasmettere valori positivi agli adulti di domani; in questo modo lei trova il vero riscontro, il senso profondo di ciò che la spinge alla scrittura. Inoltre, sono proprio gli alunni stessi a beneficiarne: hanno così la possibilità di confrontarsi con il volto dietro alle parole scritte su carta stampata, di conoscerne la voce, i pensieri. I risultati non tardano ad arrivare: i bambini e i ragazzi colgono il messaggio dell’autrice e lo fanno proprio, come dimostra questa lettera scritta a Francesca da alcuni studenti coinvolti nell’iniziativa.
“Cara Francesca,
è stata un’idea geniale scrivere un libro tratto da tante persone che sono vissute ai tempi del Fascismo. Il tuo libro è stato emozionante e pieno di avventure e suspance. La tua storia significa molto e ci ha fatto imparare molte cose. Il tuo libro è stato apprezzato da tutti noi. Ci sono state molte parti che ci hanno colpito ed alcune ci hanno fatto capire molti aspetti importanti e ancora attuali. La violenza non risolve mai le cose e lo abbiamo imparato quando gli uomini neri hanno picchiato il signor
Ruggerini. La gentilezza è la chiave per sconfiggere la paura e la tristezza come quando Nino diede la figurina a Gabriele. Nino fa amicizia con Gabriele perché ha capito il significato dei disegni di suo fratello che
rappresentavano la guerra. Essere liberi significa pensare con la propria testa, essere liberi di scegliere, di parlare e di dire sempre ciò che pensi. Nino ha vissuto una vita piena di esperienze e grazie a te, abbiamo conosciuto la vita di questa persona e di tante altre. Grazie per il tempo prezioso che ci hai donato.
I bambini della quarta B di San Secondo Parmense”.