Fulvia Alma Francesca Morganti
La pittura sospesa fra la “materia” e il “nulla”
“Nulla” è l’attimo straordinario in cui
la mente guida la mano sulla tela.
“Nulla” si manifesta fagocitando stati d’animo
che rigurgita sulla superficie vergine
usando linee e colore, forme e simboli.
Fulvia Alma Francesca Morganti è nata a Gela il 12/08/74 da padre romano e madre siciliana, vive e lavora a Avola ma di origine palmese. Desiderava condurre una vita monastica poi abbandonata per altre attrazioni frivole o adolescenziali. Da sempre innamorata del disegno e dell’arte si dedica con determinazione a svolgere un percorso di studi idoneo alle sue esigenze. Ben presto viene coinvolta in varie iniziative artistiche ma la sua necessità di meditazione e l’esigenza di una personalissima ricerca la allontana dal giro obbligatorio che si era formato intorno a lei. Non amava ascoltare futili consigli che, in qualche modo, interrompevano, minacciavano e disturbavano il dialogo intimo con se stessa e con le sue linee. Si incantava davanti alla bellezza di innumerevoli opere d’arte, ammirava l’iconografia religiosa e il costume teatrale, dedicava ore all’osservazione e lasciava, chiaramente in maniera inconscia, che tutte le visioni si depositassero nella memoria.
Anche oggi, questa sua natura, non è mutata! Le sue personali scelte di vita hanno evidenziato la necessità di cercare il silenzio, un silenzio dove i pensieri si nutrivano a vicenda spalancando fauci terrificanti, dove un gesto non connette con l’altro, dove il dialogo intimo e creativo diventa colore su una tela vergine. Fulvia non progetta mai un quadro; il “litigio creativo” avviene direttamente sul supporto pittorico senza temere di dimostrare quello che il suo travaglio interiore rigurgita. Disegna impulsivamente le sue figure, che poi modifica, cambia, o cancella direttamente in corso d’opera. Questi momenti fanno parte di una vita solitaria, la vita di una donna che ha necessità di dipingere, di ricercare tecniche alternative alle classiche, di una donna che ha necessità di innamorarsi delle sue figure.
“ Mi chiudo qui, dove il silenzio ha voce, dove gli aghi di pino si rotolano, dove il ferro si corrode mentre ogni genere di seme si impone.”
Ciao Fulvia, le tue opere raccontano un mondo sospeso fra realtà e immaginario, fra la materia e il nulla. A volte sono semplici figure senza sfondo, in altre sono ornate da un lavoro grafico che le sospende ancor di più in una dimensione senza tempo. Come nascono queste creature, figlie della tua anima? Cosa suscitano in te dopo averle prodotte su tela e cosa vorresti suscitare in noi che le contempliamo?
Le mie figure prendono vita da sole, da se stesse… Quando mi metto davanti alla tela è lei che mi dice cosa fare. Non ho un’idea predefinita, l’ispirazione crea l’opera da se, ogni volta è una nuova serendipitá che spesso stupisce anche me stessa. Devo ammettere che a volte, se non sono soddisfatta, ridipingo sopra ciò che ho creato finché non mi sento di amare ciò che ho espresso, tecnica e contenuto vanno di pari passo. Spesso amo sperimentare, creare nuove tecniche con mezzi inusuali. Credo che arenarsi in se stessi sia letale per la propria creatività ed ecco che sento indomabile la voglia di non fermarmi mai al conosciuto…piuttosto sbagliare, riprovare e cercare.
Il desiderio di restare lontana dai riflettori non si coniuga spesso con la promozione personale. Come vivi il desiderio di condivisione con quello di solitudine?
Il desiderio di restare sola con me stessa è stata sempre una necessità soprattutto durante la fase creativa. Chi mi conosce o frequenta sa bene che la persona Fulvia non fa minimamente intravedere l’altra che “pitta”. La condivisione mi porta al dialogo con altri artisti, mi ha dato la possibilità di conoscere altre forme di espressione, di confrontarmi di imparare, ascoltare e riflettere. Sai Davide, quando parlo di silenzio o “solitudine” mi riferisco alla mia ricerca non al confronto. Il confronto o il riscontro spaventa ma arricchisce.
Fulvia, da artista siciliana pensi di aver ereditato qualcosa della tua terra che rimane visibile nelle tue opere?
Da figlia Siciliana sento forte bussare alla mia porta i riti, le usanze, le credenze, le leggende, le preghiere, le chiese, le dicerie e le strade infangate. La sicilianità è una radice profonda, come lo è la nostra tradizione, come lo è il nostro dialetto e come lo è la nostra rassegnazione. Sento bussare secoli di storia, la Preistoria, le grotte, i musei archeologici, sento i Greci e i Romani, sento la cultura Bizantina e gli Arabi, sento le voci di invasori affannati sulle nostre rive che ormeggiano navi di legno decorate, sento l’arte popolare degli scalpellini e il loro frenetico ticchettio per adornare palazzi e altari sacri. Mi tormenta la politica odierna che non sa gestire tutta questa immensa e incredibile Storia. Credo che ogni Siciliano ha sangue storico ma credo anche che non in tutti scorre con amore. La nostra terra e la nostra Sicilia o sicilianità vive sotto i piedi di ingordi che non amano ma abusano, annientano, violentano e devastano! Mi rimane una consapevolezza che ha radici nel nostro patrimonio artistico, culturale e fantasioso, una terra che lascia senza fiato; Ho vissuto molti anni all’estremo nord, ne ho apprezzato molti aspetti che a noi di certo mancano, senza però mai scimmiottare i miei amici del nord. Molti, al mio posto, avrebbero preso un accento diverso, avrebbero anche tentato di nascondere le proprie origini meridionali, io non l’ho mai fatto! La mia integrità e la mia sicilianitá sono imprescindibili, rappresentano me stessa e credo che nei miei lavori tutto ciò venga fuori spontaneamente, come parte di me appunto, come imbrattatrice D.O.C., ecco!
A tutti gli artisti emergenti che in questo momento perdono la motivazione, perché non trovano la strada per esprimersi al meglio col loro talento e non riescono a darsi visibilità vorresti lasciare un messaggio?
Le prove servono a farci valutare la nostra reale identità, la nostra profonda inclinazione, più che mai in campo artistico. Se davvero c’è una imprescindibile vocazione all’arte, le difficoltà la purificheranno e la renderanno sempre più forte, facendola emergere. Quindi consiglierei a questi giovani artisti di vivere i momenti di crisi come momenti magici per la crescita di se stessi e della propria arte, come occasioni di verifica e di sviluppo personale. Sottolineare il proprio pensiero, senza paura di non piacere o di non soddisfare lo spettatore, è il consiglio che mi sento di dare. La motivazione ha sede in noi, non possiamo cercarla nell’elogio o nella visibilità!
Recentemente abbiamo ammirato la tua personale “NULLA”. Vuoi regalarci alcune parole per parlarci del progetto e raccontarci di quelli futuri o imminenti?
Beh, in questo caso la risposta immediata sarebbe appunto “nulla”. Il progetto è nato casualmente grazie all’interesse di Fabrizio Catalano e di Vincenzo Medica per i miei lavori, loro hanno voluto coinvolgermi in questa esperienza ed io ho accettato di mettermi in gioco non senza una notevole dose di coraggio: realizzare una personale è come mettersi a nudo di fronte al pubblico, è un’esperienza profonda e delicata per l’artista che la vive, oltre che un prezioso momento di crescita personale molto travagliato. Una tantum posso accettarlo! Scherzo, ma in realtà non sono alla spasmodica ricerca di mostre, articoli e fama, credo che questo sia chiaramente emerso da questa intervista. Amo dipingere, per me è una parte importantissima della mia esistenza e non potrei mai rinunciarvi. La fama fa piacere ma anche tanta paura.
Grazie Fulvia per averci raccontato di te!
Ti auguro il meglio e a presto!
Davide G. Aricò
Esperienze artistiche
1995-96
Collettiva di pittura “serata tra la gente”2° posto San Leone Agrigento
Mostra semi-personale Teatro Pirandello di Agrigento
Realizzazione cravatta “sensazioni d’inverno” collezione privata.
1997-98
Personale presso associazione culturale Symposium, Campobello di Licata
Personale presso Galleria di Arte Contemporanea Vernissage di Agrigento organizzata da Zara Prado
Collettiva di pittura organizzata dal Maestro Silvio Di Benedetto, Campobello di Licata.
Collettiva di pittura “Donna e Arte” Aragona
2009-2010
Personale di pittura presso ristorante FORST, Bolzano.
“scopriamo la città” in collaborazione con esperto del territorio Roberto Dapunt
Pittura su vasi di legno, collocati presso i principali centri della città di Bressanone. Responsabile laboratorio artistico
2012-2013
Realizzazione costumi teatrali per la rappresentazione dell’opera “Medea”, Magrè- Bolzano
Realizzazione di un presepe- gemellaggio Laives Calabria- direzione artistica
Il viandante digitale – direzione artistica- Salorno-Bolzano
2013-14
Illustrazione fiaba progetto “la valigetta” del Dott. Silvano Trolese- Bolzano
2017-18
Collettiva “Quadrilatero del Contemporaneo” Studio Barnum Contemporary
Collettiva di Pittura NOTOARTE a cura di Vincenzo Medica
Dal 2018 al 2021
Collettiva di Pittura NOTOARTE a cura di Vincenzo Medica
Workshop di arte presso Agriturismo Stallaini, Canicattini Bagni.
2019-2020
“le vie di Agata” Icone d’autore- associazione acquedotte- a cura di Vincenzo La Mendola.
Realizzazione costumi teatrali “ Lisistrata” Palazzolo Acreide
2020-21
Collettiva di pittura “Ancestre” Scicli
2020-21
Personale di Pittura “ Nulla” Palazzo Nicolaci, critica di Fabrizio Catano curata da Vincenzo Medica- Studio Barnum-Noto
Giornata del Contemporaneo-16 edizione- mostra online curata dallo studio Barnum , Noto