Conoscete certamente Ligama per le interessanti opere di Street Art presenti nella nostra città e oramai in tutto il territorio nazionale, ma anche per le sue installazioni: una su tutte i “Liotri d’autore” in mostra nelle più importanti piazze di Catania. Proprio perché luì è costantemente in giro a causa della Street art, ho approfittato di questi giorni di quarantena forzata per “placcarlo” virtualmente e costringerlo a sottoporsi ad un’intervista telefonica…
- Ciao Ligama, già nel corso dei tuoi studi in Accademia, hai ricevuto dei riconoscimenti per le tue idee artistiche. Puoi raccontarci quali sono state le tue prime esperienze artistiche e le relative produzioni?
Le prime esperienze artistiche nascono spontaneamente tra i banchi dell’Accademia, nei lunghi pomeriggi trascorsi dentro il laboratorio di incisione, del quale il personale rassegnato ci aveva affidato le chiavi. Esperienza della quale mi porto dietro più o meno un quintale di stampe e disegni, forse una prima vera produzione artistica intenzionale, certamente ancora didattica e insicura, ma che conservo e consulto ancora come promemoria per ogni nuovo progetto.
- I progetti 8 Bit e 16 Bit: la realtà digitale riprodotta nella sua incapacità di essere fino in fondo come il mondo reale. Una provocazione?
Nessuna provocazione, solo un modo di vedere la realtà, una logica conseguenza generazionale, una spontanea considerazione delle cose viste attraverso il filtro dello schermo. I pixel sono come atomi di una materia virtuale che descrivo nei miei primi quadri, sono le celle che custodiscono le informazioni visive che costruiscono le mie storie.
- Sei conosciuto ed apprezzato in Sicilia, ma anche fuori dalla nostra isola. Vuoi raccontarci come sei riuscito ad esportare le tue opere e il tuo lavoro?
Guarda, sono sempre molto scettico e schivo su questo argomento, perché è una cosa che “sta succedendo”, è un continuo presente, non è possibile analizzarlo perché sta avvenendo. Finora non ho attuato alcuna strategia programmata sulle relazioni, non ho controllato, non è stato costante, è semplicemente accaduto, alcuni giorni il mio telefona squilla all’impazzata, altri mi chiama solo mia madre. Ma devo dire che più o meno da un anno ho iniziato a pianificare la produzione a studio e la realizzazione di opere pubbliche quasi come un professionista. Non ci sono riuscito… sto cercando di riuscirci.
- Sempre più città siciliane sembrano aprirsi alla Street art e direi che era ora, se consideriamo da quanti anni questa forma d’espressione sia presente nelle importanti città europee e nel resto del mondo. Come valuti la sensibilità delle amministrazioni, le sovraintendenze, ma anche dei cittadini rispetto allo stile Urban, sia in Sicilia, sia in altre parti d’Italia?
Dico sempre di essere molto fortunato perché sta succedendo qui e ora; niente di nuovo per carità (siamo sinceri) rispetto alle altre capitali europee, ma sta accadendo anche qui, un po’ per il volere della storia, per la volontà del tempo e dell’arte in cui credo molto, un po’ anche per moda. La sensibilità è ovviamente un elemento troppo soggettivo per poter generalizzare, non c’è in linea di massima un equilibrio, in alcuni casi ho avuto totale libertà e in altri mi sono imbattuto in muri invalicabili, avvolte puoi cadere in compromessi, altre rinunci sconfitto. L’intelligenza è una variabile così incontrollabile che è impossibile tirare le somme… ma anche in questo caso posso dire di esser stato piuttosto fortunato ad incontrare un’elevata percentuale di sensibilità e di fiducia nelle persone.
- Abbiamo concreta prova della tua identità catanese attraverso una delle tue ultime produzioni urbane: il “Liotru d’Autore” con gli elefanti in vetroresina che hanno destato grande curiosità. Puoi raccontarci come è nata l’idea di questa installazione?
Catania è la città che mi ha adottato, nella quale sono maturato artisticamente e che ho visto io stesso crescere e cambiare in questi anni (facendosi sempre più europea mi permetto di dire) con la quale si è creato un legame magnetico e imprescindibile. L’idea dei Liotri nasce dalla collaborazione tra il pubblico e il privato, è figlia di un lungo sodalizio tra l’amministrazione, Glo e l’Assessorato alla Cultura, di cui mi è stata affidata la realizzazione. Nasce sicuramente dall’amore per Catania attraverso il suo simbolo, dalla volontà di investire sulla città e sull’arte siciliana e dal desiderio di avvicinare l’arte sempre più ai cittadini, invadendo le piazze e i luoghi pubblici.
- A questo punto siamo curiosi di scoprire in anteprima quali sono i tuoi progetti artistici nell’immediato futuro
Alla luce di ciò che sta accadendo il mio più grande augurio (più che progetto) è quello di fare una bella passeggiata sapendo che questa tragedia sia finita.
- Infine cosa diresti a tutti gli artisti contemporanei tuoi conterranei che ambiscono ad emergere attraversando innumerevoli difficoltà?
In tutta sincerità non mi sento di dare consigli a nessuno, poiché appartengo io stesso a questa tumultuosa categoria di chi ambisce. Sarebbe davvero poco intelligente pensare di poter elargire prediche. Ma una cosa ho imparato, che per fare quotidianamente questa cosa a metà tra la vocazione e il lavoro è necessario dire la verità, essere assolutamente sinceri con se stessi, perché ogni finzione viene a galla, e più è grande l’opera, più sarà grande la vergogna. É la verità che trasforma una normale esecuzione in devozione.
Grazie Ligama, spero di vedere presto nuove opere tue all’aria aperta!