Domenico Scaminante, chitarrista e compositore catanese, completa gli studi musicali presso l’Ist. Mus. “V. Bellini” di Catania. Si perfeziona con Linda CALSOLARO, Alvaro COMPANY, Carlo CARFAGNA, Eliot FISK, Maurizio COLONNA, Roland DYENS ed Alirio DIAZ. Segue, inoltre, i corsi di analisi e composizione di Alexander Mullebach e Nuccio D’Angelo.
Le sue incisioni discografiche, distribuite in tutto il mondo, hanno riscosso grandi consensi di pubblico e di critica. Fra le più importanti ricordiamo l’integrale dell’opera di Carlo Carfagna, per sola chitarra: “Lumina solis”, prodotto dalla GuitartCollection, premiato come come miglior CD per chitarra classica 2014.“Valle edizioni musicali”produce il suo CD: “Pavane pour une chevelurerousse”, contenente musiche per sola chitarra di Carlo Francesco Defranceschi, dove egli stesso curae pubblica anche la revisione dell’opera con nuove diteggiature.
Premiato con “Una Vita per l’Arte 2016” nell’ambito del Meeting Internazionale Chitarristico Città di Pedara “Per la passione e l’abilità nella promozione dell’Arte della Chitarra sia nell’ambito Didattico che nelle incisioni dedicate agli autori contemporanei”. La EROM pubblica i suoi Tre Studi, la Suite Omaggio, CinulufàCinulufì per duo di chitarre e Sei studi.
Recentemente intervistato da Luigi Cioffi presso la Radio Vaticana nella trasmissione “Interpreti e interpretazioni”, ha presentato per l’occasione le releases discografiche “Lumina Solis” (2014) e “Pavane pour une chevelurerousse” (2016).
L’ultimo suo Singolo è “El Decameron Negro” di Leo Brouwer, pubblicato nel 2017, sempre disponibile nei maggiori canali di distribuzione Online.
Per la Sinfonica ha curato la diteggiatura e revisione delle composizioni per chitarra sola Sublime Rien e 12 Studi intermedi del compositore torinese Carlo Francesco Defranceschi, nonché l’interpretazione di tali opere allegate in Cd nelle pubblicazioni. Svolge un’intensa attività concertistica che lo ha visto esibirsi, sia da solista, sia in formazioni da camera, per conto di diverse Associazioni Musicali e Festival Internazionali, riscuotendo unanimi consensi di pubblico e critica.
Come didatta ha visto diversi suoi allievi affermarsi in concorsi nazionali ed internazionali e attualmente si occupa attivamente di organizzazioni musicali. É ideatore e Direttore Artistico del Concorso Nazionale TUTTARTE, della Festa della Chitarra e dell’Accademia ETNEA della Chitarra.
Ciao Domenico, noi ci conosciamo da tanto tempo ed entrambi abbiamo memoria dei nostri primi anni con la chitarra in mano. Puoi raccontarci i tuoi esordi? E soprattutto cosa ti ha portato a scegliere come strumento la chitarra classica, scelta che ti ha permesso, successivamente, di riscuotere grande successo come autore e interprete?
Ho iniziato a suonare perché mi sono rotto un ginocchio. Facevo atletica ad alto livello da adolescente, successe tutto in una partita di pallone e fui costretto restare fermo per un po’. Vidi un amico, Giuseppe Branciforte, scomparso prematuramente, che suonava la chitarra, e ne rimasi affascinato. Tornai a casa con desiderio di comprarne una ed imparare a suonare. Mia madre inizialmente non era d’accordo perché, come molti quattordicenni, anche io ero uno di quelli che cominciava un’attività e non la portava mai a termine. Nonostante tutto cominciai a studiare da autodidatta i primi cinque studi di Villa-Lobos, studi di Sor, delle cose di Giuliani. Comprai delle cassette di Segovia e mi misi ad ascoltarle avidamente, cercando gli spartiti tra gli scaffali della Ricordi. Ricordo ancora che desideravo acquistare uno spartito di Torroba, dovetti ordinarlo e aspettare un mese prima di poterlo comprare, doveva essere più o meno il 1982, è curioso rendersi conto di quanto era complicata la ricerca degli spartiti in quegli anni rispetto alle possibilità di acquistare direttamente da casa in cinque minuti oggi, grazie ad internet.
Poi nel 1990, con l’apertura della cattedra di chitarra all’Istituto Musicale “V.Bellini” di Catania, feci l’esame d’ammissione e intrapresi il percorso accademico di studi, per conseguire il diploma.
Hai avuto grandi maestri, di cui certamente ti sarà rimasto un bel ricordo e per cui provi gratitudine. Ci vuoi raccontare degli episodi, o aneddoti, legati a questi incontri “speciali” che ti hanno formato e ispirato?
Mi ricordo con piacere i corsi ed i concerti tenuti da Alirio Diaz. Furono un’esperienza illuminante perché mi fecero comprendere appieno cosa fosse questo strumento meraviglioso che già suonavo, e il potenziale comunicativo che trasmetteva. Diaz era un artista veramente molto umile, con un senso del ritmo travolgente, ascoltarlo faceva davvero venire voglia di suonare. Anche i corsi ed i concerti di Maurizio Colonna. In quelle occasioni suonava solo le sue composizioni, ogni nota esprimeva appieno comunicatività, estremo virtuosismo e grande musicalità, il tutto era unito davvero con grande lirismo. Fu veramente incredibile! Lì compresi le doti fondamentali che non possono mancare ad un musicista. Mi resi conto che la prima percezione del pubblico è quella del ritmo, poi della melodia e poi il contesto armonico (Sono in ordine di percezione di chi ascolta non in ordine d’importanza). Da allora ho incentrato il mio lavoro sempre in questa direzione.
Lo studio e l’autodisciplina vanno a braccetto. Dopo tutti questi anni di esperienza, cosa si può perfezionare ancora? Cosa consigli ai tuoi studenti?
La prima frase che insegno ai miei allievi è: “Conosci te stesso, quindi accettati. Nel momento in cui riesci a farlo, accetti soprattutto i tuoi limiti e li superi”. Perché il problema è sempre questo, l’emozione di suonare in pubblico è sempre grande e speciale,ciò che deve migliorare èla prospettiva con cui ci si pone innanzi al pubblico; devi dire a te stesso: “io sono questo e vi do quello che sono”. Se si pensa che bisogna necessariamente essere il più veloce, il più espressivo e via dicendo, ci si trasforma in falsi d’autore, falsi in pubblico. Se sei te stesso, quindi sincero, il pubblico lo sente poiché esso stesso è sincero e ti apprezza sempre per quello che sei. Solo dopo aver iniziato a lavorare su sé stessi si può parlare di tutto il resto. La musica è in fondo una metafora della vita e a me viene naturale considerarla così, dopo anni ed anni di esperienza. Tutti gli insegnanti dovrebbero ricordare sempre e comunque di riconoscere l’allievo che hanno di fronte, perché ognuno ha bisogno di cose diverse. Siamo come dei sarti che devono cucire sui giovani chitarristi il vestito più adatto a loro. Mi è capitato di avere allievi apparentemente uguali che però necessitavano di approcci didattici completamente differenti. Più che altro credo di aver imparato a riconoscere chi mi sta davanti. Ai miei alunni dico sempre: “Ragazzi state facendo la cosa più bella del mondo: suonare in pubblico e donare quello che fate”. Dico sempre ai ragazzi: “Suonate con mani, testa e cuore”.
La composizione musicale con la chitarra classica è un ambito molto complesso e variegato. Come nascono le tue composizioni? Hai qualcosa in cantiere per l’immediato futuro?
Dato un tema sono possibili infiniti modi di svilupparlo, tutto sta nello scegliere ciò che ci soddisfa in quel contesto musicale, io mi preoccupo solo di questo. Spesso il risultato che ottengo nella mia musica è angosciante però ad un certo punto rientra sempre nel sano ottimismo. Naturalmente però per tutte le idee che vengono in mente ce ne saranno chissà quante altre che forse andrebbero altrettanto bene, ma in fondo tanto siamo noi “infiniti” tanto più lo saranno le nostre idee. In realtà credo che tutti noi siamo influenzati da tutto al giorno d’oggi. In questo momento sto ascoltando molto, sia la musica russa, sia quella francese di Faurè, Debussy e di Koechlin. Quest’ultimo in particolare, secondo me uno dei più importanti compositori francesi a livello armonico, era molto avanti rispetto ai suoi coevi. Mi ha influenzato anche la musica di Charles Ives, soprattutto mi ha colpito la “Concord sonata” per pianoforte. La scrittura è circa del 1880 ma il linguaggio armonico è avanzato per la sua epoca ed ha anche influenze che si trovano solitamente nel jazz.
Per il futuro sto riscrivendo, la mia Suite per chitarra “Antirrhetikos”, per quartetto d’archi, voce recitante canto, immagini e danza. È una suite in otto movimenti, omaggio a Evagrio Pontico, un monaco eremita, mistico. Di suo pugno è lo scritto “Antirrhetikos” che parla dei sette vizi capitali, a cui mi ispiro. Il primo movimento, intitolato Genesi 3, si ispira al primo libro in cui si parla del peccato originale e funge da antefatto alla traccia degli altri tempi. Ho voluto inserire tra l’altro tratti musicali che riconducessero a dei simboli specifici come lo strisciare del serpente o i passi di Dio…
Mi piace parlare anche della mia Sonatina Ellittica. Mi sono ispirato al modo di suonare di Giulio Tampalini, volevo scrivere per lui qualcosa che esprimeva la sua personalità. Potete trovare su Youtube la prima esecuzione dal vivo ad opera del Maestro Tampalini.
Il titolo di ogni movimento è pensato per descrivere la sensazione musicale prima dell’ascolto. Il primo movimento, Delirium, doveva descrivere una musica poliritmica e delirante, l’aspetto ritmico è secco mentre la melodia è scritta in modo poliritmico invece che isoritmico per mettere in evidenza i due aspetti del nostro strumento cioè quello armonico sulle tre corde basse e quello melodico sui cantini. Tutto sarebbe stato percepito molto meno se non avessi usato la poliritmia. Il secondo movimento, Somnium, volevo che alludesse alla zona REM del sonno, e l’ultimo, Motus doveva descrivere in musica il senso di movimento. Il mio intento è che arrivino all’ascoltatore questi tre elementi: ritmo, melodia e armonia. Nella sonatina ellittica seguo i caratteri della struttura standard delle sonatine ma ho voluto usare degli spunti poliritmici, l’armonia quartale, la scala esatonale …
La tua attività musicale spazia dall’insegnamento e la composizione, all’organizzazione di attività sociali per la promozione e la condivisione della musica e della chitarra classica in particolare. Nuovi eventi in programma che ci vuoi segnalare o concerti?
Per ciò che concerne l’attività concertistica, da circa due anni mi trovoin una fase di meditazione eperfezionamento stilistico che procede attraverso lo studio, la sperimentazione e l’ascolto musicale. Per il mese di luglio (5,6, 7 e 29, 30, 31 luglio), sto organizzando una masterclass presso l’Associazione “Music Art & Motion” el’unica protagonista sarà la musica. Un corso di interpretazione e tecnica chitarristica che vuole porre l’attenzione sugli equilibri interni del musicista, correlati all’alimentazione ed al rilassamento corporeo.
Domenico è sempre un piacere incontrarti! Grazie per il tempo che ci hai dedicato, mi riprometto di partecipare al più presto ad una delle tue masterclass o di andare ad un tuo concerto! A te i miei migliori e affettuosi auguri per la tua carriera artistica e per il tuo futuro!
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