Il nome “Menta” per una pianta è stato usato per la prima volta da Gaio Plinio Secondo scrittore e naturalista romano, e deriva dal nome greco “Μίνθη” (Minthe o Myntha) di una ninfa dei fiumi sfortunata, figlia del dio Cocito, che è stata trasformata in un’erba da Persefone perché amante di Dite.
Grazie all’azione antibatterica, secretolitica e balsamica di cui l’olio essenziale di menta è dotato, il suo utilizzo ha ottenuto l’approvazione ufficiale per il trattamento delle infiammazioni e delle affezioni catarrali delle vie aeree superiori.
La menta è rinfrescante e aiuta nella digestione. Strofinata sui denti aiuta a prevenire e a combattere l’alitosi. Il mentolo contenuto nella menta ha proprietà che stimolano l’attività gastrica; è quindi un valido alleato contro i problemi di digestione. Il mentolo, inoltre, ha proprietà analgesiche ed antiemetiche; la menta può quindi essere utilizzata per combattere nausea e vomito.
Giugno e luglio sono i mesi migliori per la raccolta, i momenti che gli erboristi chiamano “tempo balsamico”: in questo periodo gli oli essenziali sono più concentrati, c’è un alto contenuto dell’aromatico mentolo ed è più basso il livello di mentone, sostanza che conferisce alle foglie un aroma amaro. Si prelevano le foglie quando sono ben asciugate dalla rugiada e poco prima dell’uso, perché nel giro di pochi minuti tendono ad avvizzire. Le foglie si puliscono con delicatezza, meglio senza lavarle per conservare tutti gli oli essenziali. La raccolta regolare è importante: lasciate troppo a lungo sulla pianta, le foglie diventano più dure, perdono l’aroma migliore e ostacolano lo sviluppo delle foglioline nuove. La menta si conserva bene anche essiccata: le foglie mantengono a lungo l’aroma. Si fanno essiccare in un luogo ombreggiato, asciutto e ventilato. Dopo una settimana, vanno messe in un barattolo di vetro e conservate in luogo fresco e buio.
FONTI: my-personaltrainer.it; pixabay.com; cure-naturali.it; compo-hobby.it