Liliana Nigro è un peccato non conoscerla! Siciliana dentro e fuori, esplosiva come un vulcano e vibrante come le onde del mare. La professoressa affronta le sue giornate con una grinta da leonessa ed una astuzia da trapper.
A pochi giorni dalla Kermesse dedicata a Sant’Agata , cercare di rubarle una ventina di minuti per un intervista “hit and run” è stata un’impresa impossibile. Quindi nell’era dei social abbiamo attuato il piano B…l’intervista via whatsapp. Che d’impatto ha un sapore un pò aspro, ma percorrendo le parole scopriremo l’essenza di una grande donna.
Come una nave rompighiaccio hai aperto nuove speranze nei cuori di molti ragazzi, grazie alla vivacità del tuo pensiero e l’ amore incondizionato per la bellezza. Ma chi o cosa è stato nella vita della professoressa Nigro a dare questa grande forza?
Nessuno prima di oggi mi aveva definito così. Solitamente mi dicono Nigro rompi “…”,però va benissimo rompighiaccio. La forza dove l’ho trovata…ho avuto uomini importanti nella mia vita! Mio padre, mio fratello, gli uomini che mi hanno amato, gli uomini che mi sono stati vicini come gli amici e le persone che mi sono state accanto.
Ma l’unico uomo, senz’altro più importante nei primi passi della mia vita è stato mio nonno. Si chiamava Salvatore Mazzone, un uomo di grande dignità e grande intelletto. Mi ha sempre insegnato ad andare avanti e ad avere forza. Mi ha dato la capacità evolutiva di trarre nutrimento dalle amarezze e dalle delusioni.
Mio nonno mi ha sempre rapportato ad un Generale … che anche nei momenti più difficili non lascia mai la nave alla deriva.
Io sono al comando di questa nave da ben 17 anni per la mostra e da 18 dal mio insegnamento accademico a Catania. I miei soldati sono i fedeli e prodi allievi, curatori, stilisti, ragazzi giovani che hanno sicuramente tante speranze e che nel loro futuro imminente cercano di riscoprire l’importanza del fare e del creare.
Oggi la mia forza è Lorenza, che mi ha sempre aiutato e sostenuto, innalzandomi come idolo e contrastandomi come figlia, nella naturalezza del gesto di un rapporto genitore – figlio. I miei affetti più cari hanno saputo inscenare il loro fare nella mia vita.
Mi hanno insegnato ad andare avanti comunque e dovunque, perché la vita è fatta di più responsabilità quelle tue e quelle delle persone che ti stanno vicino. In questo caso dei miei allievi, dei miei collaboratori e di tutti quelli che come me hanno creduto in questo progetto.
In questo incredibile viaggio che dura da 17 anni.
Sei una donna camaleontica che riesce a vivere tanti ruoli, orbitando nel mondo politico, sociale e culturale, ma sei soprattutto madre. Come hai conciliato nel tempo la tue scelte lavorative e le tue passioni?
Camaleontica … penso che più camaleontico del camaleonte stesso ci sia l’individuo. Tra le altre cose credo che il mutamento faccia parte dell’uomo. Perché mutare vuol dire crescita, sviluppo, evoluzione e quindi adattarsi alla realtà.
Si, ho fatto politica attiva per 5 anni, sono stata assessore e vicesindaco, creando eventi culturali di portata nazionale.
Ho 4 cattedre presso l’accademia di belle arti di Catania e sono anche musicalmente impegnata. Ormai da tempo, collaboro con 4 orchestre perché amo cantare ed il mio ruolo da cantante, da direttore artistico e da musicista mi completa a +360 gradi.
Come si fa a conciliare il ruolo di madre? Solitamente la gente che soffre di insonnia preferisce curarla con rimedi farmacologi o prodotti naturali, io ho sempre approfittato di questa mia mancanza per dare spazio ai miei sogni quotidiani.
Oggi, riesco ad avere un bioritmo di due-tre ore di sonno, è chiaro, no ogni notte perché se no cederei fisicamente. Ma tutto il tempo che ho dedicato a mia figlia o al mio lavoro, l’ho sottratto alla mia persona. Ho accelerato il tempo per guadagnare, per essere capofamiglia e curare gli affari di casa, ma vi posso assicurare che a mia figlia non ho fatto mancare nulla.
E non parlo della sfera economica, ma dell’essere madre con tutto quello che comprende, doveri , compiti, appuntamenti ludici e tanto altro.
Gli unici torti che ho fatto sono stati alla stessa Liliana Nigro, trascurando le cose più banali come la palestra o il parrucchiere , anteponendo a queste il ruolo di madre.
Che dirti… penso che in qualche modo, sicuramente tra difetti e virtù credo di esserci riuscita. Perché Lorenza non ha mai lamentato, o non ha mai visto una donna in corsa.
Ha sempre vissuto un’amica, una madre e poi dopo la carriera. Fin da piccola lo resa partecipe e compartecipe della mia vita e delle mie iniziative. Quando tutte le bambine a 4 anni giocavano con le bambole, mia figlia ha sempre detto “vado in comune perché devo fare un progetto insieme a mia mamma, perché io da grande voglio fare Liliana Nigro” quindi vedendo la mia figura come una professione e non come un nome.
Il tuo amore per agata è ormai scritto sulle pendici del vulcano. con grande energia e determinazione sei arrivata alla xvii edizione della mostra “ Agata Martire Coraggiosa” arricchendo ogni anno la kermesse di novità e coinvolgendo sempre più i cuori della dente. Quale sarà la nuova mission per Agata nel 2019?
In tanto spero che il Signore mia dia la Grazia per affrontare questo altro anno ed arrivare nel 2019. Per me Agata non è ad anni. È un viaggio con delle fermate, che sono la famiglia, gli amori, gli esami e tanto altro, ma non ha mai lasciato nulla. Non è una missione che si completa quando raggiunge i suoi obbiettivi.
Agata e la Nigro sono due cose inscindibili. E sorrido al pensiero che spesso le persone nella rubrica telefonica per ricordarsi di me, invece di inserire il cognome, scrivono Liliana l’amica si Sant’agata. Quindi è un legame indissolubile. Nella domanda introduttiva hai toccato un’altra parte di me, la mia Etna, il mio vulcano. La missione che abbiamo non la interrompiamo mai.
Io, Agata ed il Fuoco. Lavoriamo affinché a gli altri arrivi un messaggio forte … la speranza di vincere su questioni importanti. Le mia Agata ha sempre toccato temi importanti, da quello dei naufraghi al quello del femminicidio e quest’anno alla sposa bambina. Una piaga sociale mondiale che tocca più di 2800 bambine l’anno, che oltre a morire di emorragia fisica, purtroppo è la lesione dell’anima che diventa insanabile.
Per il 2019 continuiamo su questo binario, come un treno. Urleremo quello che gli altri sussurrano. Testimonieremo quello che gli altri trattano marginalmente.
Sicuramente il nostro slang è il lusso e l’eleganza, sono le pietre sfarzose, le sete,, i magrame, il gessato, il broccato. Ma per noi sono strumenti di lavoro, come per un giornalista carta ed inchiostro, computer e mouse.
Momenti di vita, gli appuntamenti che concernono ad Agata, alle kermesse di moda, agli interventi che portiamo in giro per Catania e dintorni.
Sono dei momenti che riescono a dare l’unione tra il sociale, la cultura la politica, l’essere donna, l’essere umano. Quindi la mission sicuramente “possible” e no “impossible” è esserci ancora con la stessa forza, la stessa tenacia e la stessa caparbietà che contraddistingue la Nigro ed in qualche modo i suoi “seguaci”.
Via spetto giorno 1 febbraio alle ore 21,00 al Palazzo di Città, per vivere insieme questa grande emozione “AGATA MARTIRE CORAGGIOSA”.
foto: Giuseppe Lo Presti