“…Esprimo il ritmo drammatico della vita (…) con elementi plastici
che dovrebbero essere la sintesi formale
delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi
di questa società, dove è necessaria
volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza
P. Consagra
L’evoluzione delle arti plastiche nel Novecento incide in modo significativo sulla produzione di molti scultori i quali, accomunati dal grande desiderio di infrangere e superare le regole dell’arte del passato, apriranno la strada ad una nuova concezione della scultura e del suo rapporto con il fruitore e l’ambiente circostante.
Pioniere in questa direzione il siciliano Pietro Consagra (1920-2005) insignito di Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte nel 2001, per l’originalità del suo operato, fu anche grafico, scrittore, teorico, pittore, progettista, ma soprattutto abile e raffinato scultore, in grado di compiere un profondo rinnovamento dell’arte in una direzione non convenzionale.
La sua ricerca artistica, arricchita dalle molteplici esperienze formative e professionali, in Italia e all’estero, lo porta ad esplorare percorsi estetici, inediti e avanguardistici, che pongono lo spettatore nella condizione di non limitarsi a “vedere” quanto piuttosto di “guardare” in profondità, oltre la soglia consueta di quel meccanismo visivo che, decodifica, interpreta e accetta solo ciò che è noto e riconoscibile.
Per oltre sessant’anni l’artista indaga con determinazione e padronanza tecnica le possibilità estetiche di legno, ferro, pietre naturali e leghe metalliche varie, gioca con la materia, con il suo spessore, con i contrasti chiaroscurali che la caratterizzano, spingendola al limite delle sue potenzialità espressive. Ne nascono superfici levigate, finemente intagliate, alleggerite fino a raggiungere spessori sottilissimi, forme piatte che, nella loro struttura compositiva, astratta e aniconica, vogliono recuperare il valore primordiale della scultura stessa, aldilà di qualsiasi convenzione o canone stilistico precostituito.
Attraverso la visione frontale, singola o doppia a seconda dei casi, Consagra esula dal principio di tridimensionalità legato ad un centro ideale di matrice classica, e favorisce con le sue creazioni l’individuazione di un punto di vista singolo, aperto e decentralizzato, dal quale chi osserva può riflettere e capire la complessità dei possibili significati sottesi in ciascuna opera.
Singolare e provocatorio, infine, anche il rapporto di questo artista con l’architettura concepita, nei suoi progetti, come un’opera d’arte da guardare a prescindere dalla sua funzionalità interna. Egli elabora graficamente e in alcuni casi realizza, come a Gibellina, vere e proprie “sculture abitabili” per offrire una ulteriore possibilità di incontro, dialogo e scambio tra l’arte astratta e l’architettura moderna.
Eleonora C. Amato