Definita da alcuni una piccola Parigi e da altri la città dei parchi, Bucarest deve il suo nome al pastore Bucur, fondatore della città, il cui nome significa gioioso. Tra guerre, terremoti e gli anni atroci della dittatura di Nicolae Ceaușescu, le meraviglie del posto si devono solo alla forza del paese e alla sua capacità di rinascere con l’intento di rendere la città simile alle altre capitali europee.
Una città ricca di piacevoli contraddizioni architettoniche e non solo. Bucarest infatti è allo stesso tempo classica, gotica, popolare, colorata, abbandonata, e la cosa stupefacente è che tutti questi stili si fondono e si amalgamano nel giro di pochissimi chilometri da percorrere a piedi. Ecco che ti scorre davanti la storia, la tradizione e la cultura di tutto il paese.
La zona più bella di Bucarest è sicuramente il suo centro storico, il quartiere Lipscani o “Città Vecchia”. Vie acciottolate, gallerie d’arte e decine di locali con tavoli all’aperto rendono Lipscani il luogo più amato sia dai cittadini che dai turisti. Tra i luoghi da non perdere, sicuramente meritano una visita le chiese ortodosse di Stavropoleos e della Vecchia Corte, il passaggio coperto Macca-Vilacrosse e Piazza dell’Università con le croci in ricordo delle vittime della Rivoluzione. Non può mancare poi una sosta alla libreria Cărtureşti Carusel, una delle più belle del mondo (ed uno dei luoghi più fotografati di Bucarest proprio per questo motivo).
Tra le attrazioni da non perdere a Bucarest c’è il secondo edificio più grande al mondo, subito dopo il Pentagono. Si tratta della “Casa del Popolo”, oggi Parlamento rumeno, un palazzo immenso voluto a metà anni Ottanta dal dittatore Ceaușescu per mostrare al mondo il suo potere. Per costruirlo è stato raso al suolo un sesto della città e mandato quasi in bancarotta l’intero Paese, il Palazzo del Parlamento ha ancora oggi delle zone incompiute ed è in gran parte vuoto, infatti la caduta del governo nel 1989 impedì la conclusione dei lavori. Dopo la morte del dittatore si pensò di abbattere l’intero palazzo ma la risposta dei rumeni fu diversa: cambiarono il nome da Casa della Repubblica a Casa del Popolo e vollero mantenerlo come simbolo della resa del dittatore costretto a fuggire dal palazzo che aveva fortemente voluto.
In ogni viaggio c’è un luogo della memoria in cui è doveroso soffermarsi e Piazza della Rivoluzione è uno di questi. Da un balcone dell’attuale Senato Ceaușescu pronunciò il suo ultimo discorso da dittatore prima di fuggire dalla folla inferocita. I disordini di quel giorno – 21 dicembre 1989 – portarono alla Rivoluzione ed alla liberazione della Romania dal regime comunista, da qui il nome e l’importanza di questa piazza. Il Memoriale della Rinascita che si trova al centro della piazza è stato oggetto di un atto vandalico qualche anno fa, quando qualcuno ha lanciato della vernice rossa che voleva forse rappresentare del sangue. Pare che il governo abbia trovato il significato simbolico del gesto adeguato all’opera, perciò il monumento non è mai stato pulito.
Bucarest è anche una città molto verde ed offre diversi parchi in cui godersi una passeggiata, come per esempio i giardini Cișmigiu e il parco Herăstrău.
Basta uscire poco fuori da Bucarest per scoprire una regione di rara bellezza e avvolta dal mistero ai piedi dei Carpazi, la Transilvania, caratterizzata da un bellissimo paesaggio naturale e da alcune delle città medievali meglio conservate in Europa. Conosciuta anche per i suoi castelli, tra i più apprezzati e famosi di tutta Europa. Nell’immaginario collettivo i castelli della Transilvania evocano immediatamente atmosfere lugubri, tetre e un po’ spaventose, indubbiamente alimentate dalla mitica – e fittizia – figura del Conte Dracula, che proprio qui ebbe la sua dimora. Ogni castello racconta una storia unica e molto diversa dalle altre.
Il Castello di Bran è una delle attrazioni più famose della Transilvania e di tutta la Romania, la cui storia è indissolubilmente legata al celeberrimo Conte Dracula. Venne preso come modello, da Bram Stoker, autore del romanzo, per idealizzare la dimora di Vlad Tepes, il principe sanguinario, il cui personaggio romanzato è stato identificato con il famoso Conte Dracula.
Visitare il Castello di Peleș è come ritrovarsi all’interno di una fiaba (quasi) moderna, con un re una regina che vissero qui felici e contenti. Qui vissero Carlo I e di Elisabetta, primi re di Romania, e i loro successori, Ferdinando I e Maria. Peleș è un luogo che incanta e che calma la mente per il paesaggio montano in cui è immerso, per la sua struttura che ricorda le casette di marzapane e per l’eleganza e raffinatezza sopraffina dei suoi interni.
All’interno della grande tenuta, si trova anche il Castello di Pelișor che si può considerare il fratello minore del fiabesco Peleș, da cui dista meno di un centinaio di metri. Fu fatto costruire dal Re Carlo I per il suo successore, Ferdinando I e sua moglie Maria. E’ un’elegante residenza in stile Art Nouveau, curata dallo stesso architetto che realizzò Peleș a cui si affianca il tocco molto personale della Regina Maria, che gli dedicò grande cura e amore. Un castello interessante che offre degli elementi di sorpresa offrendo anche un curioso spaccato sulla vita dei reali di Romania.
Il Castello dei Corvino èconsiderato una delle sette meraviglie della Romania, una tappa imperdibile di un tour trai castelli della Transilvania.Il castello fu eretto verso la metà del 1400 dalla famiglia degli Hunyadi, prima governatori e poi re d’Ungheria (al tempo la Transilvania era parte del regno ungherese).Impossibile non rimanerne affascinati: la sua possente struttura, il lungo ponte di accesso, le numerose torri, i tetti rivestiti di arenaria rossa, fanno di questo castello un vero gioiello dell’architettura gotica e un’importante testimonianza della storia medievale.
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